martedì 5 giugno 2012

Ammazza che ride

Scrivi quello che ti fa ridere, una paginetta:

Mi fa ridere vedere la faccia convinta di chi tenta ancora di vendermi un sogno, l’incubo da cui mi sto finalmente svegliando.

E’ divertente osservare i rapporti umani ridotti ad un “uozzap”, discorsi interi sulla vita e i sentimenti più profondi appiattiti in pochi caratteri spediti con un beep, spogliati del valore inestimabile di uno sguardo, alleggeriti dell’intensità della voce, anche quando si incrina emozionata.

Mi fa morire dal ridere aver creduto che una persona mi fosse vicina, essere stata convinta che lo sarebbe stata per sempre, e poi scoprire da una sola frase che in realtà non lo è, perchè non ci ha mai capito niente di me.

E’ stupendo notare quanto una persona si senta realizzata in funzione della taglia di pantaloni che porta, o dei muscoli che può lasciar intravedere dietro magliette aderenti come calzini.

Comica è la pretesa di chi pensa che un cellulare debba renderti sempre raggiungibile, neanche fosse un braccialetto elettronico da carcerato.

Fa ridere la guardia che ti sollecita a tenere il tuo cane al guinzaglio perchè sennò sporca quando il parco è popolato di orde di barbari secernenti cartacce e bottiglie vuote. Simpatico è anche il fatto che la paletta per gli escrementi che ti porti sempre dietro sembri trasparente davanti a cotanta ottusità.

Non è male neanche il vigile che ti intima di fermarti mentre passi col giallo al semaforo, seduto al volante della sua auto con il cellulare all’orecchio (senza auricolare ovviamente)

E’ bellissimo che ti sbaglino la busta paga senza saperti dire quando riprenderai i soldi che ti hanno tolto, è da sbellicarsi che subito dopo ti chiedano puntualità sul posto di lavoro.

So un sacco di risate davvero, risate amare, ma risate.

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