mercoledì 18 aprile 2012

Incroci

Forse l'ho solo sognato, forse mi sono lasciata sedurre da un Chianti classico padrone in terra nativa. Forse sono stanca e non me lo voglio confessare. Forse ho fame e continuo ad ignorare il languore di vita e fortuna che alimenta i battiti del mio cuore rendendomi sorda a questa bolla d'aria che blocca il motore.
Vado avanti. Semplice.
Dostoevskij chiedeva ad ogni essere umano che colpe ha un'anima semplice. Tu mi hai preso le mani mentre ti passavo da accendere e mi hai detto quello che avevo bisogno di sentire.
Poche parole, quelle giuste. Perfette.
Ci vuole coraggio ad essere uomo, a guardare negli occhi una sconosciuta e parlarle solo per quello che le vedi dipinto sul viso.
Le mie mani si sono sciolte subito da una stretta troppo intima per quei pochi istanti, la mia strada è diventata veloce, le scarpe sporche di pioggia e asfalto da non ripercorrere.
Certe sere, semplicemente, incontri la persona giusta.
Come ogni copione che si rispetti, la lasci andare.

venerdì 6 aprile 2012

38 anni

Ho ancora voglia di festeggiare il mio compleanno, questo non è molto cool. Non sarebbe molto più fico se disdegnassi con superiore distacco il festeggiamento legato alla consapevolezza di essere ancora viva dopo 38 anni? Qualcuno ha idea di cosa sono 38 anni? Di quante cose accadono ogni giorno, quanti momenti di gioia, quante difficoltà, quanti rischi. Quante cose da imparare, da fare, da scordare, da mettere via per chissàungiornoforse. Quante. Moltiplicate tutto per 38 anni, quattrocentocinquantesei mesi, e avrete la mia vita. Una vita che, a dispetto degli eventi e della mia noncuranza, si ostina a restarmi attaccata addosso, costringendomi ad amarla, mio malgrado a volte.
Ma un festeggiamento ha bisogno di alcuni elementi necessari a definirlo tale, essenziali per renderlo completo. Pochi elementi, ma di qualità: una buona bottiglia, qualcuno di speciale con cui condividerla, una cosa buona da fumare e una serata calda da starsene fuori a fottersene di tutto. E poi, solo per me, in silenzio, qualcosa di prezioso. Un passo in avanti che non lasci impronta sulla strada dietro di me, uno spostamento di punta, l’essenziale avanzamento dopo il quale un evento perde il contorno di dramma e si trasforma in alibi. E con questo, un regalo completo diventa perfetto.
Ho scoperto che sono molto forte, ma lo sono quando sto da sola.
Ho capito che la mia disinvoltura verso le persone nasconde la paura che possano ferirmi.
Ho scoperto di essere allergica al latte, e ho dovuto dire addio alla pastiera napoletana e alla mozzarella.
Mi piace addormentarmi vicino a lui.
Parlo nel sonno, e a volte lo faccio in tedesco.
Preferisco le marmellate scure a quelle chiare.
Alessia mi ha detto che qualunque cosa accada, io lei e Patrizia non siamo sole perché abbiamo NOI. Queste parole sono il regalo più bello ricevuto negli ultimi anni.
Voglio crescere, anche se so che la mia altezza non subirà variazioni positive.
Amo cucinare, ma solo se posso farlo per qualcuno.
Vorrei potermi sentire finalmente a casa accanto a qualcuno, ma so di essere ancora nel mezzo dell’oceano.
A volte piango, e vedo le mie lacrime nere di rimmel macchiare il cuscino come se il male uscisse da me per sporcare qualcosa che non è più il mio cuore.
Mi piace svegliarmi presto la mattina quando non lavoro, fare colazione e rimettermi a letto.
Non posso vivere senza musica.
Ho bisogno di scrivere per non soffocare e per capire.
Ho bisogno di leggere per non soffocare e per capire.
Ho bisogno che mi si aiuti a parlare, per non soffocare e per capire.
Ho paura.
Amo il sole, ancora di più il sole al mare.
Ho scoperto che mi piacciono i bambini e ogni volta che ci penso piango.
Ci sono persone per cui darei la vita.
Mi piace imparare cose nuove.
Adoro camminare scalza.
Mi piace essere spogliata.
Il caffè deve essere ristretto e amaro.
La cioccolata fondente
A volte sono felice da fare schifo.
Voglio continuare a vivere.

domenica 1 aprile 2012

Society

http://www.youtube.com/watch?v=Lqcd-YI7WDM


Per me è un mistero
abbiamo un'avidità con la quale
abbiamo accettato di convivere

pensi di dover volere
più di quello di cui hai bisogno
finchè non hai tutto non sarai libero

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola senza di me

quando vuoi più di quello che hai,
pensi di averne bisogno
quando pensi più di quello che vuoi,
i tuoi pensieri cominciano a sanguinare

penso di dover trovare un posto più grande
perchè quando hai più di quello che pensi,
hai bisogno di più spazio

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me

ci sono quelli che pensano,
più o meno, ma il meno è di più
ma se il meno è di più,
come fai a mantenere il punteggio?
significa che per ogni punto che fai scendi di livello
è un pò come cominciare dalla cima
non puoi farlo...

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me

sabato 31 marzo 2012

un viaggio senza fine

La solitudine fa parte della vita. La difficoltà consiste nel maneggiarla, questa cosa informe. Eh sì, perchè se la guardo bene, vedo che è proprio come un contenitore trasparente, che dentro puoi metterci quello che ti pare. Ci sono momenti in cui hai bisogno di stare solo, che devi ritrovarti, devi ritrovare la tua musica e riascoltare il canto della tua anima. E la trovi, quella musica, e la ascolti così tanto che inizi anche a cantarla la mattina prima ancora di aprire gli occhi nel letto, la canti, la senti dentro armoniosa. Ci sono momenti in cui la solitudine ti regala proprio l’armonia che non hai mai avuto, ne investe ogni gesto, anche il più casuale come passarsi una mano tra i capelli.
Ad un certo punto può anche sembrare tutto perfetto, può anche sgorgare una sensazione dal cuore che ti dice che quel cammino è valso tutto il dolore che ti è costato, che sei arrivata a casa e che adesso andrà tutto bene.
C’è un’altra solitudine, che ti racconta invece storie di allontanamento, di abbandono. Una solitudine che si incunea al centro del cuore e lo fa sanguinare, che trasforma l’isolamento in uno spazio di tristezza in cui non riesci nemmeno a chiedere aiuto. Quanto vorrei riuscire a dire “ti prego basta, ferma questa giostra, abbracciami forte e dimmi che va tutto bene, che posso chiudere gli occhi e smettere di avere paura”. Parole che restano dentro, dietro uno sguardo lucido e un paio d’occhiali.
Quando queste due solitudini si incontrano, ebbene, quando queste due solitudini si incontrano è un bel casino, perchè non sai a chi dar retta, e in ogni caso sei stanca, stanca di dover capire, stanca di camminare da sola, stanca di sentirti repressa.
Quando queste due solitudini si incontrano, riesci solo a piangerti tutte le lacrime accumulate dentro durante questo lungo viaggio, con i singhiozzi di un bambino e le lacrime nere di rimmel.

mercoledì 21 marzo 2012

Laura

Ti pensavo proprio poco fa, mi stavo chiedendo se avessi finito, se fosse andato tutto bene. E adesso ti trovo in un post che sa di soddisfazione, di soddisfazione a prescindere.
Ti ho scoperta giorno dopo giorno, ti ho incontrata nel dolore, come spesso accade. Oggi sei una persona diversa da quella che mi ha accolta ad ottobre, i tuoi occhi hanno imparato a parlare, a lasciarsi sfuggire le lacrime e a non contenere un sorriso che sgorga dal cuore. Dici di essere un fiume in piena, a volte sembri in effetti voler straripare dagli argini che ti hanno costretta per dieci anni, proteggendoti dalla vita ma non da te stessa.
Sono mesi che ti vedo combattere, anche se non ti dico niente, ti sento non appena metto piede nella stanza, non devo neanche guardarti e tu lo sai.
Non è sempre facile, anche per me che ti sono vicina non potendolo dare troppo a vedere, ma sono lì, faccio il tifo per te e vorrei ricordarti ogni momento che non ti devi fermare, devi andare avanti perchè alla fine ne sarà valsa la pena. Perchè è così amica mia, ogni volta che mi guardo indietro, ogni volta che guardo cosa mi sono lasciata alle spalle e quanto amore è rimasto lì, attaccato a persone e momenti che saranno sempre parte di me, non c’è momento in cui non mi risuoni nella testa che rifarei tutto mille volte.
Hai cercato con determinazione la tua forza, l’hai scoperta dietro la fatica per la cosa più stupida di ogni giorno, hai voluto e saputo credere in te, e oggi hai ricevuto il tuo premio.
Oggi vorrei avere le ali e andarmene via, liberarmi da questa colla nera come pece che mi tiene ancorata ad una vita fatta di sguardi bassi e conti della serva.
Ma ce la farò, contro ogni previsione e senso dell’opportunità, ce la farò a riprendermi la mia vita. Perchè questo è il momento per mettermi in moto. Perchè adesso anche tu sei pronta a spiccare il volo.
Domani non chiedermi cosa è meglio fare, conosci già la mia risposta, le ali le hai già dispiegate del resto, le notti insonni perchè è la vita a tenerti sveglia le hai sperimentate anche tu, non si torna indietro da questo.
Sono felice per te, sono commossa nel vederti guardare avanti, mentre tanti restano a piangersi addosso e a rimuginare sul passato, tu hai guardato avanti, scavalcando dieci anni e una delusione che avrebbe atterrato un gigante.
Oggi pensarti mi emoziona così tanto che devo scrivertelo, Laura, questa è la vita che merita di essere vissuta. Vattela a prendere, non ti voltare indietro.

Le ali della Libertà

Spero che Andy sia laggiù.
Spero di farcela a passare il confine.
Spero di vedere il mio amico e di stringergli la mano.
Spero che il Pacifico sia azzurro come nei miei sogni.
Spero.

S. King