sabato 5 novembre 2011

I will

Io scrivo, scrivo e che mi frega se tu pensi che non ha un fine, che non è commerciale, che non porta iscritti a un corso, non trasmette contenuti non dimostra quanto sono fico.
Quello è il tuo scrivere, non il mio.
Se poi da qualche parte è depositato uno scritto, avente valore legale e che mi dimostri che scrivere ha senso solo se produce fatturato o “mi piace” ad una pagina o ancora se mi aumenta le mail di stalking da parte di fan impazzite davanti ad una distesa sconclusionata di parole che io definisco ipnotiche allora (prendo fiato), di grazia, gradirei leggerlo.
Poi però sarei davvero molto triste.
Un paio di giorni fa ho letto quelle righe su un foglio spiegazzato.
I will.
Non riesco a togliermelo dalla mente.
Non poteva parlare di chiunque, parlava di sè. Così distante, parlava anche di me.
I will.
Perchè non puoi non farlo, quando ti accorgi che il guardiano in armatura delle tue emozioni si addormenta solo quando gli racconti una favola, non puoi non farlo, devi scrivere. Addormentarlo, dissolvere la nebbia ed emergere.
Un saluto veloce, troppa gente, solo la tua voce un po’ bassa, quasi soffiata per arrivare giusto al mio orecchio nella folla, non oltre.
Un urto, un libro, piacere Federica, persone e sguardi incrociati distrattamente. Carino qui, bella giornata di sole, ottobre, voglia di camminare, torniamo in Trastevere a piedi sì, avviamoci, ciao a presto! Eccoti qui, sei qui, adesso ti vedo, sempre più familiare.
Vieni verso di me, adesso sì, che vieni verso di me, e ti sento vicino quanto la tua mano che mi attraversa i capelli.
Aggiungiamo propositi alla lista di ciò che faremo quando ci vedremo da soli, un imminente mai.
Vorrei essere sempre quella di un momento così, camminare sulla scia di me. Ci credo davvero che potrei essere sempre leggera, libera, anche bella senza rincorse inutili verso contorni definiti da altri. E vorrei mille di quelle carezze, la mano su un fianco che mi avvicina, la voce che mi gira intorno al collo e tutto perfetto così, col sole fuori e la pancia piena.
I will.
Lo farò, vi prego non tentate di persuadermi ancora che la dietrologia aggiunge spessore, con l’illusione di un apparente dietro...ahahahah! Cosa può aver dietro un davanti di cartapesta?
E il valore del tempo dove lo lasciamo? Ci vuole tempo per costruire le cose, non pezzi di carta, non frasette autocelebrative pubblicate su un sito. Il tempo sì, lento, paziente, veritiero, comprensivo ed elegante, solo dirà chi sei. Ma tu non sei chi sei, tu sei cosa fai, ecco perchè quando sto con te mi annoio.
Lo farò, anche solo per farti dispetto, per sentire i tuoi commenti presuntuosi e vuoti, colmi di pregiudizi.
Quella mano ancora nei miei capelli, i miei capelli ancora da accarezzare, così corti ormai.
La mano che mi avvicina, io mi avvicino, un imminente mai. Come incontrarsi senza poi salutarsi,mai. Questa è verità, sì, qui c’è il tempo e il suo valore reale, cose non bruciate in fretta, ma centellinate e godute.
Dorme, il guardiano dorme, le emozioni salgono su su, mi riportano tutto: il calore, l’anello, il sapore di fragole, il sole fuori e le mie gambe nude sotto il vestito, le calze nella borsa.

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