domenica 11 marzo 2012

La classe non è acqua

Il profumo di soffritto si spande per la cucina. Non è un volgare soffritto, è IL soffritto, non fosse altro perchè lo stai cucinando tu, tu che sei così attento ai dettagli, al particolare che fa la differenza e che ci emancipa da facile retrorica spaghettista. Il tuo soffritto, dicevo, unisce un banalissimo spicchio d'aglio a listarelle di spek sapientemente tagliate con opportuna critica (sempre costruttiva) sulla dimensione forse un po' troppo eccessiva. Il tutto, l'aglio e lo spek, unito in un tripudio di olive spremute a freddo dosato con sapiente metodicità perche, ricordatelo Federica, bisogna avere metodo nella vita. Cazzo quanto sono organizzato.
Ora, tesoro, io non so come fare a dirti che ho messo le birre nel cassetto del frigo, quello riservato alla verdura perchè, come mi hai già spiegato, lì c'è una temperatura e un'umidità specifica, adatta alla conservazione delle verdure. Me lo ripeti mentre apri lo sportello del frigo e mi mostri che bello che è, tutto ordinato, tutto disposto secondo una logica di praticità ed estetica che (altro concetto più volte enucleato) l'estetica è importante, fa la differenza, ci vuole cazzo.
Ora mi illumini dicendo che tu le birre le posizioni nel ripiano più basso del frigo perchè lì c'è la temperatura più bassa e allora io mi ricordo di aver messo le birre nel cassetto della verdura perchè quando tu mi hai detto di rimetterle nel posto più in basso nel frigo io ho pensato che più in basso del cassetto delle verdure non c'era niente. E adesso chi te lo spiega?
Ma non serve, il tuo sguardo di sufficiente indulgenza mi dice che hai compreso tutto, a te serve così poco per capire..
Ma sento che il soffritto non soffrigge più, la cena è pronta e io mi avvicino al tavolo, spero di non fare casino versando il vino, buona appetito, Furio.

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