domenica 11 marzo 2012

Manuale di sopravvivenza nel mondo del femminile per ambosessi e cani di piccola taglia - capitolo xyz: c'avessi avuto un bel culo il mondo mi avrebbe sorriso (forse?)

Continuava a specchiarsi da dietro, uno specchietto in mano per vedere la sua immagine di schiena, per intero, davanti allo specchio grande dell’armadio.
Non c’era griffe, non c’era modello, niente che le rimodellasse quel culo sfatto che, a trent’anni appena compiuti, già si ritrovava. E nemmeno da un giorno; era sempre stata una cicciottella, una cicciottella simpatica con quella faccia allegra, gli occhi grandi e il bel sorriso, che con il tempo aveva imparato a modellare in espressioni che dalla tenerezza potessero trasmettere sensualità, qualcosa che agli uomini suggerisse un’attenuante per quel culo.
Non che fosse una cosa enorme eh, che c’è di peggio in giro, e poi a certi maschi piace pure, che la quantità è sempre uno sporco affare a letto, ma fuori, insomma, quando devi vestirti o devi andare in bikini al mare non è semplice, maglie lunghe e un pareo per ogni occasione. Cheppalle. Farebbe prima a mettersi a dieta ma capricciosa com’è non è strutturata per privarsi di niente, vuole tutto lei, ogni riccio un capriccio e quando non lo ottiene si salvi chi può, il grande culo si trasforma in un Katerpillar che non risparmia niente e nessuno si posizioni sulla sua pretenziosa strada.
Le donne grassottelle sono cattive, come quelle basse di De Andrè, con il cuore troppo vicino al buco del culo, il culo appunto, che a queste signorine scatena una sotterranea invidia verso il resto del mondo, espressione diretta della scarsa autostima che non si confesseranno mai, catapultando un’eterna scontentezza ed esigenza di attenzione su ogni essere venga inghiottito dalla loro compulsiva fame di premure, fino a pretendere autentiche prove medievali d’amore, se con la testa di qualcuno su un piatto d’argento tanto meglio, grazie.
Dei vortici bulimici di egoismo che imprigionano, impigliano, lobotomizzano chiunque provi a voler loro bene.
Ma non si può voler bene a questi esseri, perchè loro non se ne vogliono.
Loro si disprezzano, come possono apprezzare qualcuno che ami l’oggetto del loro disprezzo? Non possono farlo e la faranno pagare cara a questi poveri cristi, la loro debolezza.
Ma intanto quel culo sempre lì sta, incorniciato dal vestitino rosa (rosa, pure tu figlia mia che cazzo, un colore più sobrio no eh?) e non c’è verso di nascondere l’emblema della frustrazione al resto del mondo.
Questo è. Si salvi chi può e chi non vuò, cazzi suoi.

Tratto da: “Manuale di sopravvivenza nel mondo del femminile per ambosessi e cani di piccola taglia”

2 commenti:

  1. bellissima descrizione, ma nel mio mondo mi sfugge un particolare.....nella vita sicuramente non ci sono regole, mah: e' cosi drammaticamente ed enormemente "piccola" l'ambizione ? stare al mondo nel modo migliore vuol dire "avere la possibilita' dall'alto di un bel culo, di un particolare di grande attrattiva o perche' no di due pettorali e un bel mazzarocco, di prevaricare il prossimo conservando un po' di effimero successo dato dall'avvenenza?"....sentirsi pieni nella sfuggevolezza, o cosi' importanti da considerare il prossimo degno cortigiano/a come qualcosa di fruibile al capriccio....e fare male....morire di disattenzione e di invidia nel momento che un paio di chiappe migliori arrivano a spodestarti dal trono.....forse si!....forse questa e' la cosa che conta di piu'....il prezzo da pagare e' un vita di invidia, infelicita' e solitudine...si..perche' per soffrire di solitudine ci vuole la mancanza degli altri ...proprio gli altri che le belle chiappe maltrattano ogni giorno....senza regole, pero' e tutto sbagliato, dal primo all'ultimo pensiero....
    io mi godo l'isolamento e coltivo la mia giustizia privata senza pieta' ....aspettando il prossimo bel culo che non tarda mai ad arrivare......w la musica e w i cani!!!!!

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  2. L'isolamento è il premio...vero? Noi lo sappiamo. :)
    Viva la musica (la tua) e viva i cani

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