domenica 31 luglio 2011

Il mio CUORE

Questioni che finora ho lasciato fuori da questa storia, perché ho pensato che questa fosse la storia di un'altra sfera della mia vita, come se davvero si potessero fare delle distinzioni a livelli così profondi di noi stessi.
Ma i sogni che tormentano il mio sonno in queste notti non la pensano allo stesso modo, e sono venuti a dirmelo a chiare lettere, dritto per dritto.
Eh sì, perché se sono arrivata a questo punto è anche per merito di Stefano, della mia storia con lui.
Stefano è un musicista, uno che ha scelto in tenera età che la musica era la sua vita e, con un percorso del tutto personale, ha sempre perseguito il suo obiettivo. Ad oggi scrive ed esegue musica in un modo originalissimo e molto apprezzato, seppure in un settore di nicchia come quello della musica acustica strumentale. Per me è sempre stato, ed è, un chitarrista meraviglioso.
Oltre a questo, da quando l'ho conosciuto, è stato l'unico amore della mia vita.
Abbiamo avuto una storia intensa e tormentata, fatta di grande passione, di forte intesa in alcuni momenti, di stima profonda e grande attrazione fisica, ma allo stesso tempo di gelosie assurde, incomprensioni, chiusure che alla fine non hanno più potuto prospettare un futuro davanti a noi.
La mia personale sensazione rispetto a questo era che in molti casi avevo sbagliato è vero, soprattutto nelle fasi iniziali del nostro rapporto, quando invece era più aperto lui verso di me, ma mentre io da quegli sbagli avevo capito quanto lo amavo e avrei voluto dimostrarglielo vivendo pienamente la nostra storia, lui, se da un lato mi teneva ancora vicina a lui, dall'altro aveva chiuso le porte del suo cuore, relegandomi al margine della sua vita, tagliata fuori da una quotidianità sulla quale si costruisce una vita a due.
Una inarrestabile e dolorosa deriva verso la fine.
La mia testa lo ha accettato, il mio cuore ha continuato a scalpitare esigendo di tornare da lui, per sempre.
Ma questo non è l'unico segno che Stefano ha lasciato nella mia vita.
C'è l'esempio, il confronto quotidiano con una persona che si sveglia e ride, perché fa quello che è la sua vocazione. Senza soldi spesso, ancora nella casa di famiglia, poche responsabilità, ma erano gli occhi e quello che dicevano a contare veramente.
Gli occhi di Stefano hanno la luce della vita.
Io quegli occhi me li sono sempre portati dentro, con reazioni emotive alterne.
Nella maggior parte dei casi ero talmente felice per lui che questo mi bastava, anche se la mia vita non era il massimo che avessi sognato per me c'era comunque la sua, così bella da sostenere, per cui impegnarsi anche ad organizzare il primo concerto della mia vita in teatro, un successo incredibile, mai vissuta una gioia così.
Altre volte però i suoi occhi mi mettevano a diretto confronto con la mia vita, con i miei sogni, le mie ambizioni vere, e quello che succedeva non era bello.
Una sollecitazione troppo forte probabilmente, per la quale non ero pronta, perché che ci piaccia o no, per ogni cosa c'è il momento giusto.
E quindi rabbia, frustrazione, magre consolazioni basate sulla mia indipendenza e stabilità economica che spesso finivano per riversarsi anche su di lui, quasi a volergli dimostrare che ero meglio io, con i miei sacrifici, il mio senso del dovere,la mia forte responsabilità.
La storia è finita. I suoi occhi hanno continuato a tenermi compagnia. Giorno dopo giorno, quando ormai da mesi faccio i conti solo con me stessa, ho imparato a dialogare con loro, a permettergli di dirmi le cose che non volevo sentire.
Il resto ormai è scritto, le mie scelte e quello che le ha circondate.
Ma adesso anche con questi occhi devo fare i conti, e siccome non mi sentivo pronta, invece che dire addio ho cercato di riavvicinarmi a lui, per dirgli a modo mio grazie e scusa, non avevo il coraggio di staccarmi da quella vita per essere felice, abbiamo pagato per questo, ma alla fine ce l'ho fatta.
Solo che il mio cuore ha ricominciato a battere troppo forte per quel contatto, e allora, nuovamente incapace ad accettare, a credere che il nostro amore non esista più, è ricorso ai sogni per darmi pace.
Gli incubi delle notti scorse, e di questa, hanno accompagnato una Federica riluttante verso la porta.
Stanotte, incidenti stradali nei miei sogni e animali feriti, sanguinanti, senza possibilità di sopravvivenza se non a condizioni indegne del nome vita. E allora io, proprio io, ho chiesto che venissero uccisi, che finisse quell'agonia inutile, che quella non era vita.
Il risveglio mi ha portato a scrivere di Stefano qui, per quello che dovrà essere, il mio amore grande che mi ha aiutato a compiere un passo fondamentale. Un amore sacrificato per questo, che mi rimarrà sempre nel cuore, insieme alla sua musica.
Un amore trasformato in agonia, che forse adesso è ora che termini la sua metamorfosi divenendo un magnifico ricordo. Forse.

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