domenica 31 luglio 2011

InCuBi

Speravo proprio di non doverli più menzionare in questa storia. Ero anzi abbastanza sicura che, una volta compiuto il passo, tutto si sarebbe normalizzato e io mi sarei rasserenata. Che poi, nelle ore diurne, è più o meno così. A parte qualche telefonata di ordinaria amministrazione non sto vivendo affatto giornate pesanti, stressanti. Anzi, sto facendo esattamente quello che vorrei fare, per sempre.
E allora perché la notte sogno cose così mostruose?
Perché mi sveglio col cuore in gola, spaventata come una bambina di tre anni e infreddolita come se fosse dicembre?
Spalanco gli occhi, mi rendo conto che è solo un sogno, e invece che sentirmi sollevata mi arrabbio, mi infurio con questo mostro che non si palesa con me, che mi attacca subdolamente, mi coglie alle spalle come un infame quando dormo, quando non posso difendermi.
Vorrei dirgli di venire fuori, di uscire da quel buco nero in cui si è nascosto e di farsi guardare in faccia, che non mi fa paura.
Ma nella stanza non si muove niente, si sente solo il passaggio di qualche macchina o la voce di qualche turista che alle 4 di notte gira ubriaco per Trastevere.
E io rimango così, al centro di un letto che improvvisamente mi appare troppo grande per me, così sola sopra l'impronta di una scarpa gigantesca, l'orma di un gigante e le sue enormi falcate.
O forse no, forse è solo il grande, enorme passo di una sola persona. Di una persona sola forse, perché certi momenti puoi solo viverteli da solo, è l'unico modo per imprimerli sulla tua pelle e non farli lavare via dalla pioggia.
Possono esserci migliaia di persone vicino a te durante il giorno: a consigliarti, a supportarti, anche solo a farti ridere o a prepararti da mangiare che se fosse per te ti scorderesti pure quello. Ma quando il circo finisce e si spengono le luci sei solo. E solo allora ti rendi veramente conto di quanto è tutto enormemente importante e fragile. Solo allora ti misuri con la forza che ti è rimasta, pregando di non sentirti mai stanco, che non ti molli proprio ora, che devi andare fino in fondo. Ti senti solo davanti al mondo e, se non sei un idiota, ti rendi conto che potresti anche fallire.
Eccolo il drago. Non ci è voluto molto a scovarti.

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