lunedì 22 agosto 2011

Il punto della situazione


I giorni sono passati, di cose ne sono accadute tante e di parole ne scorrono a fiumi.
Forse non guasta un piccolo punto della situazione.
Punto della situazione è una di quelle terminologie che odio (insieme ad arsura, valore aggiunto e bomboniera riferito ad un'abitazione) perché mi ricordano inutili e lunghe riunioni in ufficio a parlare di niente, ma necessarie a giustificare persone e tempo impiegati in azienda.
Cercherò quindi di rendere questo punto della situazione qualcosa di utile.
Mi soffermerei innanzitutto sul perché esiste questo, che vorrei ricordare, non è un blog, ma un contenitore di idee che solo apparentemente possono non avere senso, in realtà ce l'hanno, eccome.
Alcuni post fanno parte di quello che sarà un libro, sono stralci lanciati nel web per condividere un viaggio e sentire se regala a tutti lo stesso sapore.
Servono anche per farvi conoscere qualcosa di più di Federica e del suo viaggio.
Il viaggio del cambiamento più difficile ed eccitante della vita. Quello che per anni hai solo potuto immaginare nei tuoi sogni più azzardati, quelli che ti lasciano un languore proprio alla bocca dello stomaco, perché sai che non potranno mai entrare nella sfera del realizzabile.
Un cambiamento che se da una parte penso che vorrebbe la maggior parte delle persone, dall'altra non credevo che fossero così in tanti ad aver messo in atto.
Sto parlando di un semplicissimo cambio di lavoro. Anzi no, mi correggo. Parlo di un cambio di modo di lavorare, di concepire il lavoro, il suo rapporto con il tempo e la vita.
Un processo lancinante quando vivi imprigionato in quella gabbia dorata che è un contratto full time a tempo indeterminato, che solo oggi mi rendo conto essere pari ad un ergastolo; fine pena: mai.
Lo insegui per una vita, pensa te.
La società, i media, i politici (quelli che si spacciano come tali) i genitori, tutti ti convincono che se non ce l'hai sei un emarginato, una zavorra sociale.
E così tu sei lì che implori aziende di incarcerarti e buttare via la chiave, che per pane e acqua tu sei pronto a starci tutta la vita a fare qualunque cosa, non importa se hai studiato anni per realizzare una passione, fa niente, facciamo tutto, siamo pronti.
O almeno così crediamo.
A me è successo questo, ma fortunatamente poi è successo anche altro.
Spesso ci vuole un evento esterno  e aleatorio per rimettere tutto in gioco.
Ci vuole l'evento e tu che lo acchiappi al volo e ne cavalchi l'onda, che prima o poi tanto devi buttarti se vuoi metterti in salvo.
Il  mio è stata la rapina del 16 giugno.
Sono riuscita a ricavarmi il tempo di cui avevo bisogno per fare chiarezza nella mia vita e gettare le basi del mio futuro. Per condividere un progetto con le persone che vorrei ne facessero parte e aprirmi una strada verso il mio orizzonte di sempre.
A breve l'ultimo passo: la mia misura di downshifting, la richiesta di un part-time verticale per poter compiere un altro passo in sicurezza, salvaguardando il valore del mio tempo che non voglio più prostituire e mantenendo insieme la mia indipendenza.
L'ultimo passo non sarà semplice. Devono realizzarsi due cambiamenti: uno nella posizione lavorativa (se non faccio più il Direttore cosa mi metteranno a fare?) e uno nella forma del contratto di lavoro (da full a part time, con modalità e durata da concordare). Il tutto avverrà con estrema probabilità in un clima di forte ostilità nei miei confronti, perché è chiaro che il tuo padrone non vede di buon grado che tu, gallina dalle uova d'oro, smetta di covare.
Una volta che il passo lo fai e poi ti guardi indietro, è proprio come dicono, ti sembra tutto lontano, quasi non riesci a credere di averci messo tanto, di aver fatto tanta fatica a decidere, di aver provato tutti quei sensi di colpa, tutta quella paura, quell'ansia, di non aver dormito la notte…eppure è stato proprio così, e sono contenta di averlo scritto perché altrimenti l'avrei dimenticato e invece va ricordato, perché sia patrimonio di tutti, di chiunque voglia darsi l'opportunità di credere che essere felici sia possibile.
Domani il grande passo, domani mattina. Sono nervosa, stanca, ma per fortuna ho un pacchetto pieno di sigarette e la mia voluta solitudine di questa sera.
Fine del punto della situazione.
Prossimi passi: avanti tutta.
Umore: buono.
Vento: per ora in poppa, prepararsi alla bolina, ma siamo armati fino ai denti.
Saluti a tutti

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